Inizio il nuovo anno vedendo venire alla luce una nuova curatela: il libro di William Arruda e Deb Dib, Personal Branding per il Manager, edito da Hoepli.
William è attivo dal 2003 sul tema ed è il fondatore di gran parte del movimento professionale attorno al Personal Branding, tramite la Reach Certification che ha formato migliaia di Personal Branding Strategist nel mondo. Deb Dib è stata una delle prime a certificarsi e a specializzarsi sulle figure executive ed è una coach molto esperta.
Il volume è, infatti, un manuale di istruzioni disegnato appositamente per manager e imprenditori, così come per le manager e le imprenditrici (l’articolo IL nel titolo non ha niente a che fare con un discorso di genere ma è un rafforzativo per rimarcare il riferimento al leader ben visibile e rilevante), per comprendere e sfruttare il potere della loro immagine personale tramite il Personal Branding, per favorire sia la loro carriera, sia il successo della loro attività e della loro azienda.
Per chi ha poco tempo
Ho la fortuna di conoscere William da alcuni anni e ho voluto e curato personalmente l’edizione italiana proprio perché risponde in modo pratico e schematico alla principale esigenza che ho riscontrato nei miei clienti executive: ottenere il massimo dei risultati con il pochissimo tempo a disposizione. Questo in due modi:
- Il volume prima di tutto offre una struttura suddivisa in paragrafi molto snelli, per poter essere letti anche nei ritagli tempo
- In secondo luogo propone un importante e semplice accorgimento: attivare la propria strategia per piccoli passi, dedicando meno di 10 (9!) minuti al giorno alla nostra carriera e al nostro Brand. Sapevi che 9 minuti al giorno, per 5 giorni alla settimana, equivalgono a circa 40 ore – una settimana di lavoro – in un anno? Interamente dedicata alla tua carriera!
Manager avvisato mezzo salvato
Ti avviso subito: lo stile del libro è decisamente irriverente. Questo soprattutto grazie alla originale metodologia SMETTI, OSA, FAI! sviluppata proprio da William e Deb.
Un aspetto che talvolta scoraggia chi vuole attivare il proprio Personal Brand è quello di aver timore di osare, ancorandosi a inefficaci convinzioni. Ad esempio il falso mito per cui la visibilità non sia almeno altrettanto importante rispetto alla competenza. Così come l’idea che il Brand della propria azienda non possa essere rafforzato con quello delle singole persone e che esporci come individui possa essere deleterio per entrambi. Nell’era della Rete non è un po’ surreale avere a che fare con gli impersonali profili Twitter di aziende e prodotti? Perché invece non relazionarsi direttamente con i loro referenti, che diventano così veri e propri Brand Ambassador? Lo stesso vale con l’ossessione di dover seguire per forza una complessa strategia. Per iniziare, infatti, non occorre inventare nuove iniziative creative o stendere complesse linee editoriali. Chi occupa posizioni apicali vive già aspetti professionali e di pensiero rilevanti per il pubblico e gli influencer, ma se nessuno lo sa è dura sviluppare un’immagine consistente. Occorre imparare a considerasi come un media e avere l’accortezza di aggiungere in maniera naturale nuove sane abitudini online alla propria e attuale vita professionale.
Sono concetti che avevo inserito qualche anno fa quando ho steso un agile volume sul tema per Asseprim/ConfCommercio, ma in Personal Branding per il Manager sono piacevolmente espressi in maniera non convenzionale e nel contempo chiara e precisa, che riesce a scuotere, sfatando falsi miti non senza una certa enfasi.
Quindi perché aspettare: SMETTI, OSA, FAI!
Vai alla pagina dedicata al libro su PersonalBranding.it e scarica gratuitamente l’indice e il primo capitolo.
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