Rete, competenze e visibilità sono i mantra di un’economia del lavoro che tende ad un equilibrio tra occupati e freelance.
Su Forbes Susannah Breslin prevede nel 2020 una sorta di gig-economy, con la metà della forza lavoro USA non impiegata, ma composta per il 50% (70 Milioni!) da piccoli e micro business fortemente dipendenti dal loro Personal Brand e dalle loro connessioni.
In Italia invece lo scenario delle partite IVA è assai funesto…
Ma cosa è più importante:
- chi conosciamo,
- chi conosce noi (che molti considerano la chiave di volta del Networking)
- o chi conoscono loro?
Sembra un gioco di parole, ma il potere della nostra Rete Sociale, dal primo al terzo livello di connessioni (leggasi: LinkedIn) è in grado di potenziare al massimo le nostre capacità individuali e di aprire nuove opportunità.
È davvero fondamentale (lo ripeto tutte le volte che ne ho l’occasione, la vivo ormai quasi come una missione): sviluppate la vostra Rete prima che sia troppo tardi!
Il nuovo libro che sto kindle-spulciando in questi giorni Teniamoci in contatto. La vita come impresa (Cultura e società) di Reid Hoffman, co-fondatore di LinkedIn, e Ben Casnocha, giovanissimo imprenditore seriale, ci regala un bel modo per rappresentare il concetto:
IO elevato alla NOI, che in Inglese è “I to the WE“.
L’importanza di una Rete sempre in crescita è evidenziata dal seguente infografico (offerto dalla stessa LinkedIn).
Infatti, secondo dati raccolti – da loro – chi ha fatto aumentare le sue connessioni ha avuto il 30% in più di probabilità di trovare un nuovo lavoro rispetto a chi è rimasto al palo:
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