Ci sono anni che fanno la differenza.
Ad esempio il 2008, l’anno in cui alcuni politici (!) ci hanno chiamato per “fare una cosa come Obama“.
Sono quegli eventi che installano nella mente delle persone un concetto, che cambiano per sempre la coscienza. Quello che sembrava utopistico diventa un dato di fatto, quello che sembrava possibile diventa “new normal”. Come diventare la più seguita su Youtube in soli due anni o raccogliere quasi 800.000 dollari per distribuire un album senza l’aiuto delle case discografiche.
E quest’anno abbiamo la IPO di Facebook (che ieri si stava già sgonfiando) le presidenziali USA e le Olimpiadi di Londra (Sky Go dice niente?).
Facebook, bolle e slideshare
Ma è anche l’anno in cui Facebook compra Instagram per 1B (un grande acquisto, ma per un prezzo per me senza senso… ops, non vorrei portare iella come ho fatto nel 2007!) e ci sorprende con l’acquisizione dell’applicazione Glancee fondata da un virtuosissimo team italiano, capitanato da Andrea Vaccari.
Per non parlare dell’affare di Slideshare e Linkedin che rafforza la politica dei contenuti del servizio di Business Social Networking: era ora!
Made in china o in 3D?
È anche l’anno in cui sto valutando se comprare la lampada per casa da Artemide o farmela 3D-stampare su richiesta da Freedom of Creation.
L’Italia è mobile
È quanto emerge da queste slide di Antonio Pepe (Comscore) e Chiara Galli (Demoskopea)
Mi ha impressionato in particolare un dato che emerge dalla presentazione: l’11% degli Italiani che ha uno smartphone ha anche un tablet.
Nasce una sorta di onnivoro digitale che fruisce i contenuti da molteplici e differenti terminali e da più luoghi (stanze di casa? veicoli?), in stati di coscienza e fisiologici differenti, determinati sia dalla posizione in cui è seduto (o in piedi) sia dal device con cui è connesso (tastiera, touch, occhiali di Google?, gesti? SIRI?), mentre guida o magari non guida proprio.
Nuova era digitale
Se penso che nei dintorni del 2002 ero intervenuto ad un Mobile Wap Wednesday (in pieno sgonfiamento di quella bolla) per parlare di “Location Based Services” in mobilità come di una cosa assolutamente fattibile, dimenticandomi che a quei tempi noi zucconi dell’industria (allora lavoravo in un vendor) pensavamo solo agli operatori e non agli utenti!
Ora che sono gli utenti a pensare per gli operatori, forse è davvero tutto possibile…
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