Porto questo caso (segnalatomi dall’amica Ilaria Mauric, Web Designer, ma anche grande appassionata di fumetto) come ennesimo esempio di come i Brand su Internet siano definiti dagli utenti e come questo valga anche per le persone.
Se leggi i vari commenti sui Blog delle persone coinvolte, noterai anche uno dei principi fondamentali riguardo alla reputazione online:
la Rete non è il bar sotto casa, le cose che scrivono su di te rimangono “in Google time”…
Un mondo emerso
Tutto parte dalla celebre collana fantasy “Cronache del mondo emerso” di Licia Troisi: un successo tutto Italiano e così grande che è stato trasformato in un bellissimo fumetto edito dalla Panini, disegnato da Giuseppe Ferrario, che tra l’altro fa una timida strategia di Personal Branding con un Blog pieno di bellissimi disegni.
Nota: spinto dalla curiosità, mi sono comprato i primi tre libri e ne sono rimasto travolto: brava Licia!
Ma emerge un mondo sommerso…
Peccato che qualcuno inizia a intravedere delle incredibili copiature e le pubblica: con l’aiuto di altri utenti emergono veri e propri ricalchi di Miyazaki, Naruto e altri!
La rete, capito? La rete scopre somiglianze e mette in luce la faccenda, non i professionisti, gli editor, la casa editrice, etc.
Reputazione
È evidente che la reputazione di tutti è in gioco (quella di Licia indirettamente, ma non vedo come possa essere ritenuto responsabile chi vende i diritti ad una casa editrice).
Non vorrei essere nei panni di nessuno di loro, che sembrano tutti professionisti eccezionali, con anche un’ottima presenza sul Web (ad esempio Licia e Recchioni lo sceneggiatore).
Aggiornamento 1:
La Panini intanto ha sospeso la pubblicazione.
Aggiornamento 2:
Ho finito di leggere anche la trilogia di Dubhe!
Fantastica, grazie Licia: avevo smesso di leggere il genere per colpa di Eragon….
Davvero interessante questo caso Luigi
ciao Gigi mi fa piacere che anche tu abbia notato il caso.
Mi preme sottolineare che:
* viviamo nella cultura del copia incolla oltre che in quella del cerca su google
* ogni lavoro d’arte ha maestri e ispirazioni, da sempre.
Il fatto che la tecnologia abbia reso la riproducibilità tecnica dell’arte molto piu semplice (*cit. Walter Benjamin) cambia la concezione di ciò che viene considerato arte, soprattutto quando tipicamente il concetto di arte includeva anche il concetto di unicità.
la nascita di circuiti come creative commons che “fondono” il sapere (come anche wikipedia dove l’opera finale è la somma delle opere di tanti, non più direttamente creditabili) in qualche modo testimonia il cambio di paradigma tra una costante attuazione della copia in “segreto” (come si è sempre fatto) e una accettazione della copia anche a livello sociale (innumerevoli esempi anche nella cultura popolare, guarda per esempio gli stencil che fanno dell’arte da strara una arte contestuale a 360°, o la cultura dei loops e delle campionature nella musica elettronica ecc.).
per questo non credo si tratti di inficiare nessun tipo di reputazione, ameno che non si stia parlado di reputazione agli occhi di fantomatici uomini della strada che non si rendono conto che sono almeno 50nt anni che si parla di arte riproducibile (anche senza crediti, si!)
Penso che la differenza fondamentale sia se gli autori/editori dichiarano di ispirarsi/copiare o lo fanno “di nascosto”.
Simo cita giustamente i Creative Commons, dove però il copia/incolla è dichiarato ed anzi valorizzato.
Comunuque ho comprato il numero due del fumetto che è clamorosamente bello!