Quando introduco il Personal Branding insisto molto su una delle strategie fondamentali: condividere informazioni e competenza, usando le potenzialità dei Social Media.
Ma nella nostra società, in cui siamo tutti bombardati da stimoli, è difficile che il tuo Pubblico stia lì sempre pronto ad ascoltarti o a leggere i tuoi articoli, vedere i tuoi video o seguire i tuoi Tweet.
L’opportunità di essere notati
Una soluzione può essere quella di attirare l’attenzione, di usare per certi versi il megafono, ma mai risultando invadenti o pedanti. Piuttosto è meglio divertire con idee sempre diverse e innovative.
In questo senso capita a proposito un articolo di Maurizio Goetz che conia la “Opportunity to get noticed“:
Qualcosa di leggermente diverso dalla visibilità. Riguarda l’opportunità di essere scelti in rete in un intervallo di tempo ragionevolmente lungo, fra diverse opzioni alternative. Significa essere inseriti fra i preferiti e non ci sono trucchi che tengano…
Guerrilla Marketing
Una delle forme più in voga di Marketing Non Convenzionale, parte dal presupposto di inventare delle strategie creative e virali per superare l’inferiorità militare (finanziaria) delle piccole e medie imprese contro un nemico molto più forte (il mercato). Deriva il proprio nome dal termine “guerrilla”, che identifica la forma di guerra condotta con mezzi non convenzionali, da truppe irregolari, con pochi mezzi ed un nemico soverchiante.
L’obiettivo trasportato al Marketing è quello di utilizzare la creatività, in maniera per certi versi aggressiva, per far leva sull’immaginario e sui meccanismi psicologici del proprio Pubblico e conquistarlo (frasona presa in prestito, ma non ricordo dove, forse Mirko Pallera con cui ho avuto uno scambio su questi concetti).
Personal Guerrilla Marketing
Ma quando si parla di diffondere il Brand di una persona fisica, di Personal Branding?
Una sorta di Guerrilla Marketing del singolo, un miracolo che genera grande visibilità e spesso enorme successo, nel bene o nel male.
Come è avvenuto per fenomeni (involontari?) quali Susan Boyle o Chris Crocker dopo il video “Lasciate stare Britney Spears“!
Ma anche quelli più “normali”, eppure molto efficaci, quali: il CV cantato di Alec Biedrzycki, la Mappa dei Social Network di Vincos, Michele Ampollini che ha reso famoso il suo sito Lupo Ululi grazie al mitico video dei segnali degli aerei o Serena Basetti con il suo provocatorio Mi vendo per un posto di lavoro, da cui è scaturito anche un libro!
Nei prossimi mesi ho intenzione di approfondire queste strategie e, quindi, sto pensando di dar loro un nome (un Brand?) per identificarle e comunicarle con semplicità, magari anche uno migliore di Personal Guerrilla Marketing (anche se non è male, visto che fa pendant con Personal Branding).
Inizialmente avevo pensato a Rambo Marketing, ma non è piaciuto al Funky Professor…
Tu hai un’idea migliore?
Osservazioni
- Il Personal Guerrilla Marketing non deve essere visto come una strategia per costruire un Personal Brand, ma come un possibile mezzo per diffonderlo. Sono due cose ben diverse.
- La creatività, l’umorismo, la sopresa sono caretteristiche del Marketing Non Convenzionale: le migliori azioni di Personal Guerrilla Marketing sono quasi avvenute per caso!
- La viralità non è prevedibile, ma non è impossibile…
Tommaso ha fatto partire un interessante discussione su twitter circa il nome più accattivante: http://twitter.com/PersonalBrandIT
e facebook: http://www.facebook.com/home.php#/note.php?note_i…
In questi giorni mi sono imbattuto in un’idea di Marketing che trovo geniale: secondo te si può parlare di Guerrilla Marketing ?? http://www.tackfilm.se/en/?id=1259787314264RA31 (forse già lo conosci ….)
si, è veramente addictive!
Sì, ho twittato su questo…
Direi non convenzionale come minimo